REPETIERGEWEHR M 1895 
 REPETIERKARABINERER M 1895 

Venti giorni sull'Ortigara 
senza il cambio per dismontà
ta-pum, ta-pum, ta-pum
ta-pum, ta-pum, ta-pum.
Quando portano la pagnotta, il cecchino comincia a sparar. 
ta-pum, ta-pum, ta-pum
ta-pum, ta-pum, ta-pum.
E domani si va all' assalto 
soldatino non farti ammazzar
ta-pum, ta-pum, ta-pum
ta-pum, ta-pum, ta-pum.
Quando poi si discende a valle 
battaglione non ha più soldà
ta-pum, ta-pum, ta-pum
ta-pum, ta-pum, ta-pum.
 
 

TA-PUM, quel suono lo conoscevano bene i nostri nonni, era il rumore ricorrente che echeggiava lassù sui fronti della Grande Guerra. TA, il passaggio della pallottola seguito poi dal profondo PUM dello sparo, qualche attimo dopo. Ma quanti non fecero in tempo a sentirlo quel PUM ?
TA-PUM era il soprannome con il quale i nostri soldati avevano ribattezzato l'ordinanza austriaca Mannlicher Mod. 1895.
Ferdinand Ritter von Mannlicher, ingegnere nato a Magonza nel 1848, dopo un periodo trascorso come progettista nel settore ferroviario, entrò nel 1866 alla Ö.W.G. Österreichische Waffenfabrik Gesellschaft  a Steyr.
Erano tempi di grandi innovazioni in tutti i settori;  in quello delle armi sia in Europa che negli Stati Uniti si sviluppavano progetti per realizzare congegni che consentissero la ripetizione celere del tiro. Già nel 1884 Mannlicher sviluppò un meccanismo di chiusura ad otturatore che, col semplice movimento di scorrimento avanti ed indietro del cilindro (Geradzugverschluß o, in inglese,  straightpull action) realizzava una solida chiusura automatizzando la rotazione che, nel sistema Mauser, avviene manualmente. Il sistema fu adottato già nel Mod. 1884, perfezionato col Mod. 1885 per la cartuccia a polvere nera m. 1877 da 11 mm. Venne poi il Mod. 1888 per la cartuccia nel nuovo cal. 8 mm. ancora a polvere nera seguito dal Mod. 1888/90 e dal Mod. 1890 per le nuove cartucce a polvere infume. Infine ecco il Mod. 1895 che fu il protagonista della Prima Guerra Mondiale in campo Austro-Ungarico.

Dal punto di vista operativo il sistema Mannlicher, anche se sotto certi aspetti inferiore rispetto al suo grande concorrente, presentava il vantaggio che il movimento soltanto lineare dell'otturatore consentiva di mantenere abbastanza bene la linea di mira sul bersaglio con grande vantaggio nella celerità e nella precisione del tiro.

Con il Mod. 1890 furono risolti alcuni problemi strutturali, venne adottato il pacchetto di caricamento inserito dall'alto e la feritoia inferiore da cui cade il pacchetto vuoto una volta inserito l'ultimo colpo.

Quest'ultima variante fu alla base della famiglia dei Mod. 1895 che comprende:
Repetiergewher: fucile da fanteria con canna da 127 cm. 
Repetierstutzenkarabiner: con calciatura stutzen e canna da 101,6 cm. in dotazione ad artiglieria, genio e radiotelegrafisti
Repetierkarabiner: carabina da cavalleria con canna da 100.3 cm. 
Furono prodotti dalla Ö.W.G. di Werndl a  Steyr e dalla Férmaru-Fegyver di Budapest dal 1895 al 1918.

Wn+Aquila bicipite = Steyr e Bp+Corona = Budapest
seguite in entrambi i casi dalle ultime due cifre dell'anno di produzione.

Kaiserjäger in postazione - Alpi di Fassa 1915. (da Tiroler Kaiserjäger an der italienichen Front )

In primo piano carabina e fucile nell'originale ca. 8 x 50 R, in secondo piano le versioni in cal. 8 x 56 R - contraddistinte dalla lettera "S" punzonata sulla camera di cartuccia.

   
L'otturatore ideato da Mannlicher è formato da un cilindro cavo che porta una testa mobile che costituisce l'organo di chiusura, con due alette simmetriche, una coda, il percussore con la sua molla a spirale ed un tappo a vite di chiusura. La coda ha due scanalature elicoidali che scorrono in altrettanti risalti praticati all'interno del cilindro e due scanalature elicoidali con un prolungamento rettilineo in cui si inserisce la coda dell'estrattore. 

Il percussore attraversa il cilindro e si avvita al cane, che ha un nasello sagrinato che consente di riarmare senza manovrare nuovamente l'otturatore.  Un apposito spianamento gli impedisce di ruotare. 
Esternamente il cilindro ha due nervature che lo guidano nel moto retrogrado, due nervature più piccole ed un dente tagliato in due per alloggiare l'espulsore a culatta aperta. Sul lato destro una scanalatura alloggia la coda dell'estrattore. Questo meccanismo, molto più complesso di quello Mauser, lavora trasformando il moto rettilineo in moto rotatorio per mezzo delle scanalature elicoidali. Quando si arretra l'otturatore agendo sul manubrio la testa mobile ruota do 90° e si disimpegna; spingendo avanti il manubrio si preleva una cartuccia dal serbatoio, viene armato il percussore e la testa mobile ruota nuovamente impegnando le alette nel loro recessi e realizzando così la chiusura. Questo raffinato sistema richiedeva accuratissime lavorazioni nella fabbricazione e una buona pulizia delle parti mobili sul campo.
Forse anche per questo il sistema Mannlicher  fu quasi del tutto abbandonato dopo il Primo Conflitto mondiale per lasciare il campo alla più semplice e robusta azione Mauser che è alla base di quasi tutte le moderne azioni a ripetizione semplice.

   

Il sistema di alimentazione è costituito dal serbatoio sul fondo del quale è avvitata la molla dell'elevatore. Le munizioni sono contenute in un pacchetto di lamierino di forma trapezoidale (che condiziona quello delle giberne). Il senso di inserimento, a differenza di quello del nostro Carcano,  è unico, per questo motivo la parte superiore è dotata di una serie di 8 solcature che ne consentono l'esatto maneggio anche al buio. Una volta espulsa l'ultima cartuccia il pacchetto vuoto cade dall'apposita fessura alla base del serbatoio.

Queste armi si distinsero, oltre che per la tecnologia innovativa, anche per la qualità dei materiali. Le canne, di ottimo acciaio fuso al crogiolo, sono leggere e resistenti. Sulle canne si trovano i marchi di accettazione con l'indicazione dell'arsenale e dell'anno di produzione. Le matricole sono riportate sia sulla canna che sul manicotto (sul lato sinistro) sono composte da lettera e quattro cifre. La lettera va da A a F per le armi prodotte a Budapest e da G a Z per quelle prodotte a Steyr. Tutte le componenti principali portano la sigla di controllo. Sulla camera di cartuccia troviamo il nome dell'arsenale (Steyr o Budapest) sopra M 95. Le armi camerate in 8 x 56 pono marcate con una S (spitzer). La matricola dell'arma è riportata anche sulla pala del calcio che può essere in noce, faggio o betulla. La canna è avvolta da un'astina tenuta in sede dal bocchino che presenta il gancio di affastellamento e l'anello passabretella che, sulle carabine da cavalleria, è laterale per far si che con l'arma a tracolla il manubrio dell'otturatore non picchi sulla schiena del cavaliere.

   
Nella immagine vediamo le differenze tra l'alzo della carabina e quello del fucile.

 

 

 

 
Le graduazioni dell'alzo sono espresse in passi imperiali austriaci. 1 passo = metri 0,78

In queste immagini possiamo vedere l'alzo del fucile che dispone di ben quattro tacche di mira:
con il ritto abbattuto abbiamo la tacca dei 500 passi, contraddistinta da un 5 punzonato sulla sinistra. Sollevando il ritto troviamo una prima tacca per i 300 passi, poi quella del cursore che porta una scala graduata da 600 a 2400 passi ed infine una tacca superiore per la massima distanza di 2800 passi.
L'alzo della carabina è invece tarato da 300 a 2400 passi.

   
   

Le baionette per i modelli 1895 erano in tre varianti:
Standard per fanteria che aveva la curiosa particolarità del filo dallo stesso lato della ghiera di fissaggio, cosicché quando la baionetta è inastata il filo guarda verso l'alto.
Baionetta per sottufficiali con anello al pomolo per la dragona e braccio della crociera piegato ad uncino.
Baionetta per sottufficiali identica alla precedente salvo che il filo è disposto in modo convenzionale.
Tutte avevano guancette in legno, lama lunga 24,8 cm. (lunghezza totale 37 cm.) marchi sul tallone Ö.W.G. oppure FG/GY.
Esistono alcune baionette con un mirino saldato all'anello di crociera. In questo modo il mirino più alto compensava la traiettoria differente causata dal diverso rilevamento dell'arma appesantita dalla baionetta.

Tutti i modelli avevano guaine in acciaio verniciato Feldgrau.

Esistevano parecchi accessori: ottiche per i cecchini, un dispositivo per il tiro notturno con riferimenti luminosi per mezzo di sostanze radioattive, un supporto per il tiro di precisione, un congegno dotato di periscopio che permetteva di sparare senza sporgersi dalla trincea.