|
Una
piccola antologia dei più gustosi scritti di G.B. Verrina tratti dai
suoi cataloghi cartacei ... a volte con qualche
"aggiornamento"
I prodotti citati, se
ancora attuali, sono reperibili sul catalogo
Wargame. |
|
|
||
INDOSSA
LA MAGLIETTA PIÙ CATTIVA CHE CI SIA Mi
è piaciuta l’idea di realizzare una parte del mio catalogo su stoffa,
stampando le mie cose su magliette e canottiere. Non vuole essere
ostentazione di violenza. Al massimo una provocazione nei confronti di
quei “benpensanti “ che sbrigano IL PROBLEMA con la seguente
equazione: L’ARMA E’ CATTIVA E TU AMI LE ARMI = TU SEI CATTIVO, e
poi magari rubano le caramelle ai bambini. Voglio sostenere che l’arma
“DEMONIZZATA” per malinteso quanto utopico umanitarismo, consente
invece, con un uso corretto e la dovuta cultura, lo sviluppo del senso
di disciplina e soprattutto di responsabilità. La frequentazione
partecipe del mondo delle armi, esorcizza la violenza, consentendo di
scaricarla su di un bersaglio inanimato, e seda le tensioni. Ogni
bersaglio colpito, infatti, appaga per il raggiungimento di una meta
prefissa. L’arma, come tutti i prodotti dell’ingegno umano
testimonia soltanto della cultura e della tecnologia dei tempi. il
problema non è l’arma. Il problema è la VIOLENZA. Ebbene, c’è più
violenza in un corpo di leggi architettate oscure e controvertibili, e
comunque inaccessibili al cittadino che ne è il destinatario, che non
in tutti i fatti d’arme che io conosca. E
allora, vestiamoci cattivi e discutiamo. gbv
1987
|
||
ARMISCUOLA A SALVE O INERTI (perché ? perché SI) |
||
Quando
ero alto così, (poco meno di adesso) ho sicuramente perso o demolito
almeno un paio di dozzine di armi giocattolo, attraverso le più eroiche
avventure. Ricordo
i grandi sforzi di fantasia per colmare le enormi lacune estetiche di
quegli oggetti che non assomigliavano a nulla. Bene,
oggi il mercato offre a prezzi ragionevoli delle splendide armi a salve
oppure inerti, per non parlare degli originali disattivati, e non vedo
perché i più o meno giovanissimi appassionati di armi, storia ed
avventure, non debbano approfittarne. Si
può soddisfare un collezionismo in erba, oppure non sufficientemente
impegnato da affrontare l’onere burocratico di una collezione di armi
vere, (che comunque è poca cosa paragonato alla soddisfazione che può
dare). Ci
si può compiacere di avere un pezzo di STORIA in casa. Oppure
si può giocare alla guerra e all’avventura esorcizzando così la
violenza e sedano l’aggressività con un rituale ludico; che potrà
anche sembrare ridicolo, se non addirittura riprovevole, a certi adulti;
non certo ad un etologo. A
me sembra di gran lunga preferibile che andarsi a scannare allo stadio. Può
essere invece l’inizio di una grande avventura culturale. Al
di là degli aspetti tecnici e storici, l’arma ha il misterioso
fascino di ciò che ha in sé il BENE ed il MALE. E’ quasi uno
strumento magico per conoscere sé stessi. Di
fronte. ad un’arma è impossibile non porsi, prima o poi,
“domande”. In attesa del GRANDE PERCHÉ, ci si può intanto
addentrare nel “come Nulla di meglio allora che un’arma inerte o a
salve. Maneggiando
delle fedeli armi inerti o a salve, si possono scoprire molte ed
importanti cose che è MOLTO BENE conoscere PRIMA di avere in mano un’
ARMA VERA. Si
scoprirà ad esempio che la RIVOLTELLA è un’arma semplice e sicura,
adatta a chi non ha molta dimestichezza con le armi (direi quasi che è
a prova di stupido) e fa giusta coppia con il FUCILE A POMPA. Armi non a
caso sempre predilette da chi decide l’armamento delle varie polizie
USA (“absit iniuria verbis” che vorrebbe più o meno dire “forse
ho detto una malignità ma senza eccessive intenzioni d’offesa”). Sono
cioè armi che si possono maneggiare con sicurezza anche con un
apprendimento molto elementare. (In
più, una volta ad Atlanta, un armiere fornitore della polizia locale
cui stavo proponendo il mio HOT SHOT semiauto, mi disse che il pompa
piace ai poliziotti perché, con il suo sonoro krak-krak per camerare la
prima cartuccia, segnala automaticamente ai sediziosi il raggiunto
limite di guardia. abile
scusa per glissare la mia offerta ed eludere l’argomento, forse che,
in questa circostanza il semiauto è muto?!). La
PISTOLA AUTOMATICA invece, come pure il FUCILE AUTOMATICO (sto usando la
terminologia corrente, in realtà il termine corretto è SEMIAUTOMATICO,
perché le armi AUTOMATICHE sparano a RAFFICA; evidentemente la
terminologia popolare sottintende il RICARICAMENTO e non lo SPARO come
la terminologia tecnica) in mani inesperte, in caso di necessità
improvvisa NON SPARANO; e quando non dovrebbero ti SPARANO ADDOSSO. Vediamo
insieme il perché, così intanto impariamo qualcosa. RIVOLTELLA: Apro
il tamburo, dopo aver premuto l’apposito pulsante, lo carico senza il
rischio di mettere i colpi alla rovescia, perché entrano in un solo
modo; richiudo il tamburo dentro l’arma. Da
questo momento, se decido di sparare, debbo solamente premere il
grilletto, sempreché io abbia un moderno revolver a, DOPPIA AZIONE. Se
invece ho un revolver a SINGOLA AZIONE, o non ce la faccio perché trovo
il grilletto troppo duro, o voglio fare un TIRO DI PRECISIONE, prima
armo il cane (cioè lo tiro sù) con l’altra mano. Occhio
a farlo bene però, perché se mi sfugge corro il rischio di fare
frittata! Ecco
perché Vi ho consigliato di tirarlo sé con l’altra mano. PISTOLA
AUTOMATICA: Intanto
a prima vista non so mai se è carica oppure no, perché non vedo i
proiettili nel tamburo, come posso fare nel revolver; e devo essere un
ESPERTO, ad individuare, sempre ché ci sia, l’avvisatore di colpo in
canna. (che comunque potrebbe anche essere l’unico di tutta la
pistola). Quando
avrò scoperto il pulsante che libera il caricatore, questo mi sarà già
caduto ai piedi, o altrimenti, seconda dei modelli mi sarò scorticato
le dita per estrarlo, ingegnosa operazione di spinta con il pollice ed
estrazione con l’indice. Riempio
il caricatore. Raffinata operazione di simultanea compressione e
scivolamento, il tutto con il pollice e poco indice q.b., senza
mettere le cartucce alla rovescia, senza schizzarle tutte intorno, e
senza metterle dritte in piedi come i birilli. Infilo
il caricatore nell’arma per il verso giusto, non dico sotto-sopra che
è impossibile, ma dietro-davanti lo ho già visto fare; sperando di non
dover rifare l’operazione al buio. Ora,
visto che ho caricato l’arma, penso che sia “carica”, cioè pronta
a far fuoco, e volendo provare l’ebbrezza del primo sparo: —
premo il grilletto con arma a singola azione, cane interno =
silenzio —
premo il grilletto con arma a singola azione, cane esterno =
silenzio premo il grilletto con arma a doppia azione, cane come Vi pare
= KLIK però! Forse
è guasta, oppure ho solo sbagliato i conti? Difatti
l’arma non è “carica” contiene un caricatore carico, che è
un’altra cosa! Per
caricare l’arma devo mettere la pallottola in canna (oddio!) 1)
ritolgo il caricatore, arretro il carrello e, per non tranciarmi
un dito lo blocco con l’apposita leva; metto una pallottola in canna
manualmente e sempre per il verso giusto, tenendo ovviamente la canna
rivolta verso il basso, e chiudo il carrello agendo sulla apposita leva.
A questo punto, se non metto prontamente la sicura, mentre cerco il
caricatore e lo infilo, corro il rischio quasi certo di spararmi quel
colpo che ho giustappena messo in canna, molte pistole sparano anche a
caricatore non inserito. 2)
rinuncio ad un colpo del caricatore e, tolto il dito dal
grilletto, agguanto la parte posteriore del carrello con l’indice ed
il pollice dell’altra mano e, dopo averlo tirato indietro fino in
fondo (né la mia ex-moglie, né le mie fidanzate, ci sono mai riuscite
con calibri superiori al 6,35 e sì perché le ho sempre tediate tutte
con sta storia delle armi, e a me le donne piacciono con le mani
eleganti e delicate, Bah forse è per questo che al momento sono solo).
TRAK, lo lascio finalmente andare. KLAK. Se
tutto è andato bene è successo così: il
carrello, arretrando ha armato il cane e poi, tornando avanti sotto la
spinta della molla di recupero, ha sfilato una cartuccia dal caricatore
e la ha infilata in canna, Maurizio direbbe correttamente: CAMERATA, non
nel senso che siamo fascisti, ma nel senso che la ha messa in camera di
scoppio. Sennò
c’è da augurarsi di non doversi difendere. Il
caricatore della vecchia e malandata Browning H.P. si tenne il 7,65 PARA
fra i denti. Nessuno attentò al carico d’armi e la Fortuna risparmiò
la mia IDIOZIA. Chi
se la tira da guerriero non deve mai dare nulla per scontato, ma
ACCERTARSI SEMPRE che sia realmente accaduto quel che si supponeva
dovesse accadere (come ho brutalmente spiegato alla Nicoletta quella
volta che credette d’aver chiuso il bagagliaio del pachiderma-uno dei
Mercedes di trecentesima mano che abitualmente uso come arma impropria)
la FORTUNA potrebbe non essere generosa. Ora
mi ritrovo con il cane armato: che io lo veda oppure no, (difatti molte
automatiche da tasca, per non restare impigliate nei vestiti, hanno il
cane interno o il gatto (percussore lanciato) interno anche lui), e devo
mettere l’arma in SICURA. Se
per caso voglio prima abbassare il cane, delicata operazione che si
compie premendo il grilletto con l’indice e trattenendo nel contempo
il cane con il pollice, devo starmi BEN ATTENTO a non lasciarmelo
sfuggire. Un
botto agghiacciante segnalerà tardivamente l’errore. Inutile
cercare un buco in località imprevedibile. Nella
migliore delle ipotesi Vi sarete sparati addosso. Avrete
invece devastato il più caro dei Vostri congiunti (e se invece fosse
Vostra moglie! Cosa direte al giudice istruttore? Che pulivate la
pistola?) Ma,
ATTENZIONE, non è finita! Ad
ogni involontaria contrazione dell’indice sul grilletto, l’arma
sparerà ancora fino al totale sterminio della famiglia (caricatore da 7
colpi) e dei vicini (caricatore da 14 o più colpi), o al fortunato ed
incruento esaurimento del caricatore (un miliardo di danni). E
si, perché essendo una pistola a caricamento automatico, ogni volta che
spara si ricarica automaticamente ed è di nuovo pronta allo sparo che
non mancherete di procurare in maniera assolutamente involontaria. Difatti
i gas dell’esplosione: da ·una
parte spingono il proiettile fuori dalla canna, ma dall’altra spingono
indietro il carrello (in una particolare e ben precisa sequenza che
Maurizio Vi spiegherà non appena verrete a trovarci — quaranta pagine
di spiegazione —) che, retrocedendo estrae il bossolo vuoto della
cartuccia sparata (per i componenti della cartuccia chiedere a
Maurizio), arma il cane e ricamera prontamente un’altra cartuccia:
SENZA CHE VOI VE NE SIATE NEPPURE ACCORTI. Il
lavoro che la prima volta avete fanno a mano, ora lo fa da sola, tutte
le volte che premete il grilletto, fino ad esaurimento dell’ultimo
colpo. Capì? Se
siete sopravvissuti alla messa in sicura dell’arma, la riponete nel più
fidato dei vostri cassetti. Pronta
per un’eventuale deprecata necessità; infatti ci vorrebbe un’ora a
rifare tutto il lavoro innanzi enarrato, e magari non ne avreste il
tempo. Così
il Vostro più tenero rampollo, che passa giustamente il suo tempo a
frugare dappertutto (non li chiamano frugoletti?!) (una volta trovai il
portafoglio che mia Nonna Margherita aveva perso prima che io nascessi),
la troverà e ridurrà l’alloggio a colabrodo. La
guerra era finita da poco ma l’attentato a Togliatti ci aveva
riportato alle soglie della guerra civile, mia Madre era stata
minacciata di morte, un commando, mitra in pugno aveva, per altro
civilmente, nottetempo occupato la cartiera in attesa del via telefonico
all’INSURREZIONE. Mio
Padre ritenne comunque prudente strisciare nella carbonaia e dal
finestrino che dava sull’ufficio, tenere quei signori sotto il tiro
delle sue pistole. VIVA
BARTALI, che salvò poi l’Italia vincendo il giro di Francia, come
dice Dario FO. Le
due pistole erano scariche, non ricordo comunque di aver premuto i
grilletti (o forse lo ho fatto e ne ho rimosso il ricordo), comunque
le ragazze in cucina impallidirono quasi mortalmente. Tentai
poi di comprare il loro silenzio con 10 lire; o forse erano 100, ma
forse era quellaltra volta che mi sparai per prova nella mano destra con
la carabina ad aria compressa e dissi a mia Madre che mi ero ferito con
un soldatino; non ricordo più. Forse
avevo cinque anni, forse meno, Stalin era ancora vivo. E
si perché lui non avrà avuto nessuna difficoltà a togliere la sicura,
che Voi, in una notte di terrore, non trovereste mai. Al massimo,
sbagliato pulsante. Vi ritroverete il caricatore nelle pantofole e lo
calcerete nel più inaccessibile degli angoli. Così, quando avrete
finalmente trovato quella dannata sicura, non potrete neppure sparare
quell’unico colpo in canna da cui dipenderà la Vostra vita. (la
vostra arma modernissima infatti, senza caricatore inserito, non spara). Bene,
Vi ho fatto due palle così, solo per dire agli apprendisti stregoni che
un buon apprendistato su un’arma inerte o meglio a salve, di buona
fedeltà, potrà evitare pericolosi incidenti. Sicuramente
se fossero esistite, mio Padre me ne avrebbe comperata una. Ricordo
infatti il suo disagio, mentre al volante dell’auto, mi sentiva
“armeggiare” alle sue spalle con l’arma scarica che avremmo di lì
a poco usata insieme. Eppure
mi aveva insegnato Lui, e si fidava di me. Ormai ero grande, forse avevo
14 anni. Perch
é Molte
persone che desiderano acquistare un’arma a salve, mi manifestano il
proposito di tenerla in casa per difesa al posto di un’arma vera, che
a loro avviso darebbe troppi problemi, non ultimo quello burocratico. Bene,
secondo me è PURA FOLLIA. Nella
migliore delle ipotesi si riesce a fugare qualche ubriaco balordo di
animo particolarmente mite, o qualche ben intenzionato dispostissimo ad
aiutarVi, se non fosse per quegli spari che lo fanno eclissare alla
velocità della luce. Di
solito invece succede che si trasforma un tranquillo ladruncolo in un
ASSASSINO. Un serio professionista del furto si dice non entri in un
appartamento abitato. Del
resto, se aveste in casa qualcosa, di così esagerato valore, da
giustificare un assalto a fuoco, avreste anche i denari per pagarVi
delle guardie armate che si facciano sparare al posto Vostro. Si
può ragionevolmente ritenere che Io stillicidio di furti sia opera di
teppaglia psicolabile, armata più per infondersi sicurezza ed intimorire
le vittime, che non per ucciderle. Costoro,
però, vistisi sfidati e minacciati da un’arma (Vi guarderete bene
infatti dal dire che impugnate minacciosamente un arnese a salve), si
vedranno costretti a sopraffarVi per potersi sganciare, magari
sopprimendoVi. A
maggior ragione un’arma a salve sarebbe ridicolmente inutile a
difenderVi da un povero pazzo sanguinario;o comunque da chi fosse ben
determinato ad ucciderVi. Anzi
per colmo di beffa, la difesa del Vostro assassino, avrebbe buon gioco a
dimostrare che egli agi in stato di legittima difesa. Accanto al Vostro
cadavere sarà stato infatti rinvenuto ciò che egli poteva
legittimamente ritenere un’arma letale che Voi gli puntavate addosso. Ottenere
così tutte le attenuanti del caso fino a strappare una ridicola
condanna per omicidio colposo e preterintenzionale, anziché volontario. Ed
il tutto alla faccia Vostra. gbv 1989 |
||
SOFTAIR |
||
La guerra da sempre è stata gestita dai potenti come sedativo delle tensioni sociali. E se le teste calde ci lasciavano la pelle, tanto meglio .
Alcuni
comuni mortali ci sono andati per vedersi nello specchio della paura e
misurarsi con essa. Per
chi la guarda al cinema, è un bel gioco avventuroso. Peccato che si
muoia !
Ora
finalmente si può giocare alla guerra assolutamente incruenta,
misurarsi con se stessi e con gli altri, e, con buonapace dei potenti,
è un eccellente sedativo: MEGLIO LA GUERRA FINTA CON I SOFTAIR CHE NON
LE CATENATE , SPRANGATE ETC, ETC, ALLO STADIO. E allora viva la guerra
finta con i SOFTAIR! |
||
Armi giocattolo perfettamente riproducenti gli originali. Abitualmente in resina robusta. Gli ultramega, o sono o sembrano in metallo e pesano come i veri. Sparano un pallino di 6 millimetri di diametro , di plastica piena o frangibile colorante ( ma solo su superfici rigide), con propulsione ad aria compressa o gas. La loro potenza è entro i limiti stabiliti dalla legge per i “giocattoli a proiettile” , e sono in libera vendita. Negli USA vietate. Bambini e ragazzini ci giocavano nei parcheggi anche di notte. I poliziotti hanno equivocato. Potete immaginare le conseguenze. gbv 1990
|
||
ARMI LUDICHE O PER
DIFESA NON LETALE Negli USA giocano
tutti come matti a spararsi addosso nel week-end
E non perché non
si faccia mai bersaglio, ma perché i proiettili sul bersaglio fanno
SPLASH e lasciano una bella macchia di colore. ( attrezzi base nati in
Australia per marcare le pecore).
Sono attrezzatissimi, hanno fortini, carri armati caserecci ed anche finti
aerei precipitati.
Si sparano palle di
colore circa cal. 12 (.68 = circa 18 millimetri) oppure un poco più
piccole (.60) con involucro relativamente morbido.
Sempre coloranti,
ci sono le divertentissime bombe a mano e mine antiuomo.
Di solito le
“armi” erano attrezzi da marziani, serbatoio a tubo verticale,
ripetizione a pompa, e bomboletta di CO2 usa e getta. Simili a tutto,
meno che ad un’arma. Tiro utile intorno ai 10 metri. Semi e
full auto, caricatore da 15 colpi ( 3 segmenti da 5), la raffica si
ferma a fine segmento e ricomincia premendo il grilletto, con un tocco
leggero, si può anche fare il colpo singolo. Spara in tutte le
posizioni ed ha un serbatoio di CO2 con funzione di calcio, che dura
tanti colpi da vuotare la vostra carta di credito.
C’è
anche lo SMG 68 solo semiauto e lo SL 68 a pompa.
Tiro
utile 30 metri, velocità iniziale 100 metri al secondo, con palla da 2
grammi.
Anche
con le altre armi è comunque d’obbligo l’uso della maschera
protettiva, con occhiale a prova di sfondamento. Con gli SMG è bene
avere anche il corpetto protettivo.
A mio
avviso, questo tipo di gioco, per soli adulti, è un eccellente sedativo
per l’aggressività accumulata in una o più settimane di lavoro, dove
vigili urbani ed uscieri, avranno fatto a gara per farvi uscire dai
gangheri.
Senza
contare che una giornata all’aria aperta, consumata in “selvaggi
combattimenti” fa sempre bene alla forma fisica.
E’
TASSATIVAMENTE VIETATO IL CONTATTO FISICO FRA GIOCATORI.
|
||
E’
notte. Tutto
tace e la città che vi circonda è divenuta lontana, è solo un tenue
chiarore aldilà delle finestre.
Ma
ormai siete beatamente rassegnati.
Solo
ai sogni, resta ormai affidato il vostro equilibrio psicofisico.
Il
lontano brontolio del rado traffico è quasi una ninna nanna.
La
tenaglia dei vostri problemi ha da poco allentato la presa per lasciarvi
scivolare nel prezioso oblio del sonno.
LACERANTE,
un urlio cresce nel vostro cervello.
Un
incubo che vi sveglia ?
Praticamente
si .
E’
la sirena della vostra auto PORC… censura
Per
la duemilamilionesimavolta i soliti FIGLI DI come sopra, la stanno
mettendo a sacco .
D’istinto
afferrate il vostro quattromilamagnum, decisi a fare FINALMENTE
GIUSTIZIA.
“MA
SEI SCEMOOOOOO ?????!!!!!!
Con
la mira che ti ritrovi, riduci la macchina del vicino ad un colabrodo e,
se per sbaglio fai centro, FINISCI IN GALERA PER MILLE ANNI per omicidio
volontario pluriaggravato ! E AI BAMBINI NON CI PENSIIII !?!? “
Superata
la tentazione di sparare alla vostra dolce metà, fortunatamente vi
arrendete al suo buonsenso.
(con
optional di lacrime silenziose e/o singhiozzi)
la
sirena ulula più piano, fra poco finirà anche la batteria.
La
strage la farete domani mattina, con un martello, quando troverete la
multa sul rottame della vostra auto.
La
MULTA perché ?
LORDURA
SUOLO …… ovviamente .
Pensate
invece di avere un SMG-60 .
Un
ghigno satanico, mentre armate l’otturatore e quatto quatto aprite la
finestra, mirate con calma e premete il grilletto, mentre la CAVALCATA
DELLE VALKIRIE che vi pervade è sottolineata da tre sorde raffiche.
GIUSTIZIA
E’ FATTA !
Il
malnato, dipinto e dolorante, si ecclissa nelle tenebre.
Se
non è completamente imbecille, ringrazierà in cuor suo il vostro buon
senso.
Una
grandine di piombo è UNA OSCENA BARBARIE nella sua tragica
irreversibilità.
Lo
SMG-60 e SOCI è UNA EQUA SOLUZIONE:
seda
l’offeso o l’aggredito, infliggendo all’aggressore, non più di
una raffica di sonore sberle. Con
un’arma in una mano e lo SMG-60 nell’altra, gli intimiamo, con calma
e decisione, di andarsene. E non farsi mai più rivedere.
MAI
CERCARE DI FARE PRIGIONIERI ! lasciare sempre libere TUTTE LE VIE DI
FUGA ! per adesso è SOLO UNA INTRUSIONE, IL DANNO è IRRILEVANTE anche
se vi fa incazzare. Non aggraviamo la situazione. Un animale minacciato,
SE NON PUO’ FUGGIRE ATTACCA ! e lo farà, garantito al limone !
Una
raffica di palle colorate al volto, lo convincerà, o comunque gli farà
lasciare qualsiasi cosa abbia in mano.
Se,
insistendo ulteriormente, dovesse costringerci a mezzi di difesa
IRREVERSIBILE, potremo almeno dimostrare di aver tentato tutti i
possibili gradi della dissuasione e certificare la nostra LEGITTIMA
DIFESA.
Quanto
sopra vale, a maggior ragione per le FORZE DELL’ORDINE
Lo
SMG-60 può essere una equilibrata soluzione per la piazza e lo stadio.
Senza dimenticare il vantaggio di poter MARCARE i pochi veri
responsabili, evitando il disgustoso manganellamento di innocenti in
fuga.
Allo
stato attuale delle leggi, lo SMG-60 e soci viene venduto come ARMA AD
ARIA COMPRESSA. È pertanto indispensabile il porto d’armi o il nulla
osta per poterlo acquistare, ed è d’obbligo la successiva denuncia
|
||
(Allora mi rivolgevo
soprattutto al mondo dei rambisti e dei consumatori di armigiocattolo o
vere disattivate quindi per lo più giovanissimi.) Visto che la stragrande
maggioranza dei mie lettori, pur essendo appassionata di armi, non è
informatissima in merito, mi permetto di provare ad esporre in sintesi
la situazione dal punto di vista legale e quindi operativo per chi vuol
provare ad entrare nel mondo degli ARMIGERI (dal latino ARMA GERENS =
portatore di armi) L’amore platonico per
qualsiasi cosa è sempre un’emozione non priva di fascino. Tuttavia lascia sempre
quel vago sospetto di impotenza che è bene fugare. Con queste rapide
spiegazioni, desidero darvi lo strumento conoscitivo per uscire
dall’impotenza a realizzare le vostre aspirazioni. Prima di cominciare, però,
desidero puntualizzare alcune cose. Personalmente
detesto ( forse è meglio dire compatisco ) gli impotenti mentali,
coloro cioè che delegano all’arma che posseggono , o peggio portano,
la autorevolezza del proprio io . (occhio che i soldi, oggi come ieri,
sono l’arma per eccellenza, ma non divaghiamo). In parole povere, quei
NESSUNO che, solo con un’arma in mano, si sentono QUALCUNO. E li conosco bene, perché
una volta, quasi certamente , ERO UNO DI LORO . Poi la vita mi ha
insegnato che l’arma più potente è dentro di noi : è la nostra
MENTE. E solo a quella è
affidata la nostra integrità e sopravvivenza. Certo la violenza, anche
fisica, ci circonda. Ma esistono le difese passive, la persuasione, la
manifesta disponibilità a trovare un ragionevole accordo, la forza di
sopportare il male minore, per evitare il peggio, l’astuzia e , solo
ALLA FINE DELLE RISORSE disponibili, la mente, con immenso dolore, dovrà
APRIRE IL SACRO TEMPIO DELLA VIOLENZA “ VIM VI COACTUS” ( dalla
violenza, costretto alla violenza). Solo in questa estrema e
deprecata circostanza, la mente, ha bisogno dell’ ANIMALE , con tutto
lo scarico di adrenalina che comporta, e de tutte le sue ARMI MATERIALI
( che oggi , di solito sono le carte bollate, gestite da killer di
professione ). Ma l’uso corretto, sarà sempre demandato ad un
perfetto equilibrio ed una esatta capacità di valutazione. Dovendo quindi essere la
mente il SIGNORE ASSOLUTO dello strumento , è questa che deve essere
costantemente allenata al combattimento ed alla difesa della propria
integrità. L’abilità tecnica nel
maneggio dello strumento, passa decisamente in secondo piano. Il migliore allenamento ? Confrontarsi tutti i
giorni con l’impossibile della quotidianità : imparare a vedere
tutto, tutto percepire alla velocità della luce, eseguire qualsiasi
mansione alla perfezione ( cui non c'è mai limite ), ed alla massima
velocità. Non arrendersi mai nel perseguire i propri legittimi
obbiettivi , anche se minuscoli. Conosco persone che con
la pistola fanno bersaglio a 100 metri, ma il loro abitus mentale non
gli consente di vedere l’acqua in mare (*) . Sono questi i nuovi
guerrieri ?! A me ( tragicamente
piacciono le utopie ) piace il cittadino responsabile, che pretende
dalla collettività il diritto ad esprimersi con i mezzi culturali che
più gli piacciono, ma, in cambio, garantisce LEALTA’, RISPETTO e
COLLABORAZIONE. FINE DELLO SPROLOQUIO gbv 1989 (Seguiva
la parte tecnica ora obsoleta) (*)
mi riferivo ad un mio collaboratore che, dopo essersene andato per
punirmi del fatto che, durante le sue ferie, avevo venduto un’arma, da
lui riservata ad altro cliente, senza per altro informarmi ; si aprì
una armeria per conto suo. Non molto tempo dopo venne sorpreso a dar via
pistole , senza più matricola, come fossero state caramelle. Ora guida
minibus per bambini dell’asilo e, da bestemmiatore, mio pari grado,
che non è poco, è diventato devotissimo di non so quale cristo o
madonna di cartongesso . Le vie del Signore sono infinite !
|
||
A PROPOSITO DI COMMEMORATIVI |
||
(Vedi "Le Lame") PEARL HARBOUR LA COMMEMORAZIONE E’ di evidenza
che non posso trattenermi dal dire la mia su come viene commemorata
questa data tragica, perché mi prude la lingua.
Vae
Victis e così sia!
Un doveroso pensiero alla memoria di chi stava dalla parte “sbagliata" . I
cosiddetti “Musi Gialli”
oscenamente denigrati da tutti i film di propaganda USA.
(*)
in realtà successe di molto
peggio, ma allora nel 1992 non lo sapevo ancora ! nel 2000
è stato pubblicato "IL GIORNO DELL'INGANNO " di
robert b. stinnett che, documenti alla mano , usciti dagli
archivi di stato TOP SECRET , per merito dello FREEDOM OF
INFORMATION ACT dovuta allo scomparso senatore della California
JOHN MOSS ovviamente DEMOCRATICO . gli americani , già
prima del '41 intercettavano e traducevano TUTTE LE
COMUNICAZIONI in codice pentanumerico dei giapponesi. una parte di
queste, per ordine del presidente J.CARTER uscirono nel 1979. la
N.S.A. (agenzia di sicurezza nazionale usa) accampando motivi di
sicurezza nazionale , ne impedì , all'autore , la consultazione
fino al 1987. alla fine lo concesse, ma solo a lui. i documenti non
sono ancora di pubblica consultazione ! quindi , venendo al
dunque. è dimostrato documentalmente che il presidente USA
F.D.ROOSEVELT ha deliberatamente provocato i giapponesi affinché
sferrassero un attacco per primi, ha seguito passo passo tutto lo
sviluppo degli eventi e sapeva esattamente giorno, luogo ed ora
dell'attacco. non solo non ne ha deliberatamente informato
l'ammiraglio H.E.KIMMEL ,ma gli ha vietato di togliere la flotta da
PEARL HABOUR nonostante questi lo richiedesse con insistenza. fece
solo traslocare le unità più recenti , che evidentemente gli seccava
farsi colare a picco. quindi ROOSEVELT è stato
direttamente responsabile della morte di 2273 militari e civili
e del ferimeto di altri 1119 pur di scatenare la guerra nel Pacifico ,
con tutti i morti che ne conseguirono , ed assicurare il dominio
economico planetario agli USA , altro che le stronzate dei
film commemorativi e le immonde balle sulla libertà. l'11
setembre 2001 , mi sono detto, vuoi vedere che le torri se le sono
spianate da soli ? oggi 20 maggio 2002 sui giornali
si comincia a dire che qualcosa si sapeva. forse fra 50 anni sapremo
la verità. intanto è partito il programma dell'oleodotto che
attraverserà l'afganistan, notizia di ieri. indovinate chi lo
costruirà e lo userà ? alle TWIN TOWERS quanti sono
stati i morti ? 5.000 ? scommetti che in percentuale
valgono quasi quelli del '41 ?
|
||